lunedì 31 marzo 2008

PEDINE DI ENTITÁ IDIOTE

Io sono Nekradamus, e dall’alto della mia torre osservo il declino dell’uomo. Medito sulle vostre ipocrisie, cercando di comprendere quale sia la vostra vera natura. Siete demoni oppure vermi? Siete degli angeli caduti, o la prole di una divinità bizzarra, che si compiace nel vedervi arrabattare ogni giorno?
Continuate a chiedervi cosa sia giusto o sbagliato. Continuate a tracciare un percorso davanti a voi, senza tener conto di chi vi sta accanto. Pensate che esista una sola risposta per ogni domanda, ed il pensiero che ve ne siano moltissime vi spaventa. Fratello Dubbio e Sorella Morte… ne siete terrorizzati!
Attorno alla mia torre vi sono i boschi eterni, luoghi che appartengono a strane dimensioni. La foresta è il passaggio per il vostro mondo.
A volte spingo lo sguardo lontano, perché la mia vista può viaggiare con il vento, o venire accompagnata dagli occhi di un corvo. Allora vedo le vostre città bruciare, mentre la gente viene dilaniata dal fuoco. Vedo bambini urlare, mentre la loro pelle sfrigola sotto una pioggia inclemente di ordigni. Vedo la guerra… vedo la morte…
Quello è il vostro futuro, razza aliena, inafferrabile quesito di questo remoto angolo di cosmo. Siete giovani, ma nascondete dentro di voi una natura aberrante che mi fa pensare ai Grandi Antichi. Forse discendete dalle loro costole… Divinità idiote condannate ad un esistenza senza scopo…
Chi giace negli abissi marini ed attende il momento del risveglio?
Chi muove con i suoi tentacoli le pedine di questa assurda scacchiera?
Chi galleggia stupidamente dietro il velo, nell’attesa che il cancello venga aperto?
Il tempo è vicino…
“Gor! Portami dell’altro vino!”

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