Mio carissimo Gor, compagno e servitore, specchio di un umanitá che non mi stanco di osservare. A te dedico questa pagina, queste righe colme di affetto e sinceritá. La sofferenza del tuo corpo storpiato e malato é pari a quella della tua mente, corrotta al punto da condurti verso abissi senza fondo. Come quella volta in cui ti innamorasti di un corpo privo di vita, e giacendo insieme a lei cercavi tu stesso l'oblio. Io ti sono amico, ma sono un demone, e come quando pretesi la vita del tuo migliore amico, il randagio Lebbra, per dimostrare agli altri demoni la mia superiore malvagitá, potrei un giorno pretendere la tua. Perché in fondo sei solamente un maledettissimo uomo...
domenica 18 marzo 2007
Iscriviti a:
Commenti sul post (Atom)
Nessun commento:
Posta un commento