mercoledì 26 settembre 2007

GUERRA MEDIATICA

Nell’assordante tripudio dei protagonisti di questa poderosa biblioteca del mondo, si insinua un virus letale, un morbo che paralizza annullando qualsiasi funzione reattiva. Il virus lo hanno iniettato i titolari dell’altra macchina della conoscenza, o per meglio dire, la macchina dell’intrattenimento.
La guerra mediatica è incominciata, e l’intreccio di proiezioni che interagiscono su chilometri di fili di rame sottovaluta i mezzi che i burattinai del tubo catodico hanno a disposizione.
Alla moltitudine di voci contrarie e agguerrite che urlano il proprio dissenso, basta un risposta appena sussurrata, dall’alto dello schermo sponsorizzato dai pannolini. La pubblicità ha un ruolo rassicurante nella percezione dello spettatore. Una notizia a pagamento, in un mondo in cui tutto ha un costo, deve per forza essere più attendibile di una notizia gratuita. Il fattore qualità-prezzo domina l’idea del consumatore, in ogni momento della sua vita. Difficile convincersi del fatto che la notizia non è un prodotto.
La biblioteca del mondo non ha bisogno di essere controllata, anche perché è ormai incontrollabile. Basta screditarla, ed il gioco è fatto.
Il virus è in circolo, non per attaccare i processori, ma la percezione degli utenti, manipolando il consenso, oggi come ieri.
Le divergenze dei due mondi sono tali da impedire un possibile compromesso. Ma la via di mezzo è la strada più sensata per l’utente incerto, un punto qualsiasi tra le bugie del telegiornale e le esagerazioni del web. Una verità fatta in casa che diventa ancora più distante dalla realtà dei fatti.
La babele insorge, la divergenza che genera caos, il terreno ideale per quei demoni che vogliono continuare ad accrescere il proprio potere. Le parole sono lame smussate, lance spuntate, pallottole a salve. Occorrono grida, lacerazioni e pianti per farsi sentire.
Perché questa è la lingua che parlano i demoni.

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